Rive della Bormida
Riportiamo in questa pagina le perplessità di un nostro concittadino, apparse nel gruppo di Facebook "Sei di Cairo Montenotte se..." e in altre pagine del social network, riguardanti la pulizia del fiume Bormida:
- Non so chi contattare... ho visto solo oggi come stanno facendo le pulizie del fiume... è una questione urgente che andrebbe risolta prima che sia fatta completamente tabula rasa della vegetazione presente nel tratto di fiume tra il ponte della ferrovia e il ponte della chiesa.
- Ecco il messaggio che ho mandato a diversi indirizzi del comune per cercare di contattare chi sta seguendo le operazioni di pulizia del fiume, ma non so se arriverà in tempo per fermare la quasi totale eliminazione della flora fluviale:
- Buongiorno, questo messaggio riguarda la pulizia del fiume che state facendo. Dovreste leggere le norme ufficiali da seguire perché quello che state facendo non va bene. Qui ci sono le norme della regione Piemonte che non sono diverse da quelle della regione Liguria.
- Quelle che vanno tagliate sono le piante ad alto fusto mentre vanno mantenute le piante come le canne che si piegano. Potete leggerlo nelle norme indicate: "il taglio raso è da evitare", "la vegetazione concorre infatti alla stabilizzazione dei terreni sciolti attraverso l’azione delle radici e rallenta la velocità di scorrimento", "La vegetazione deve presentare come caratteristica principale la flessibilità" (tale vegetazione sono gli ampi canneti tipici del nostro fiume, costituiti da canne flessibili, che vanno mantenuti e non tagliati quasi completamente come state facendo con dispendio quindi di soldi e macchinari).
- Quello che va fatto è il "taglio e l'allontanamento di alberi ed arbusti presenti nella fascia di alveo di magra, taglio selettivo delle alberature con eliminazione delle piante eccedenti un diametro prefissato"... insomma si tagliano gli alberi e si mantengono i canneti...
- Se la questione non fosse chiara quello che state creando è praticamente un disastro ambientale... d'accordo che qualche ciuffo di canne lo avete lasciato ma sembra più per una questione decorativa che per mantenere correttamente la flora flessibile che non va assolutamente tagliata...
- Chi bisogna avvertire per salvare la situazione restante? (ci sono ancora i canneti rimasti davanti al campanile che se non facciamo qualcosa per salvarli hanno i giorni contati)
Nonostante il grido di allarme i lavori sono proseguiti senza tenere conto delle norme ufficiali riportante nel bando comunale, come spiegato nella successiva precisazione:
- Come prima cosa, nella documentazione ufficiale del Comune ('determinazione' numero 915 del 21 ottobre 2017 n.reg. 219/2017) parlando dei canneti si dice testualmente: "... la restante vegetazione di tipo 'basso' verrà mantenuta in 'isole' lungo l'asta fluviale...". Allego qui di seguito resoconto fotografico che mostra la situazione odierna (16 novembre 2017) tra il ponte dell'Ospedale e quello degli Aneti dopo il taglio quasi totale della vegetazione...
- Ho aggiornato la prima figura aggiungendo la seguente frase presente nel documento del Comune: "Sarà pertanto lasciata in parte intatta la vegetazione lacustre tipica (canneti per esempio) in modo da salvaguardare l'habitat per la fauna presente". In parte??? Si può definire "parte" un centesimo e anche meno del territorio? Tutti sanno quante anatre abitino nei pressi del ponte dell'ospedale... ditemi voi nel ciuffo di canne rimasto (vedi "isola" numero 1) quante anatre durante la notte possano trovare rifugio... diciamolo chiaramente... "l'habitat per la fauna presente" è stato devastato/distrutto/eliminato quasi completamente
Ecco il resoconto fotografico allegato dal solerte cittadino cairese:
Le precisazioni proseguono:
- Seconda cosa: nel documento del Comune si legge: "E' prevista anche l'eliminazione di parte della vegetazione, ma solo del tipo infestante e a ridosso dei muri d'argine, creando una striscia pulita...". Oggi 16 novembre 2017 (siamo quasi alla fine dei lavori) a ridosso dei muri d'argine non esiste un solo tratto di "striscia pulita" dato che tutta la vegetazione dai muri d'argine al corso d'acqua (sia quella infestante che quella non infestante) è stata quasi completamente eliminata... indicatemi se possibile un singolo metro di tale "striscia pulita" (se intervengono in tempo è possibile creare ancora parte di tale striscia tra il muro d'argine e il canneto davanti alla chiesa, ultima zona rimasta da "pulire")
Fotografie allegate che testimoniano visivamente la situazione del fiume:
Commenti di alcuni utenti di Facebook (non riportiamo in questa pagina i nomi e cognomi dei singoli autori di tali messaggi ma precisiamo che si tratta di messaggi pubblici che tutti possono leggere):
- "Un articolo che spiega l'importanza dei canneti in un centro abitato. Mentre a Cairo vengono drasticamente ridotti oppure eliminati del tutto, a Londra si pensa di farli crescere ovunque sia possibile. Coincidenza vuole che uno dei progetti di ripopolamento riguardi l'affluente del Tamigi chiamato LEA, stesso nome LEA dei giardini lungo il fiume Bormida dove si poteva ammirare uno dei più grandi canneti che avevamo (anche a Londra hanno problemi di inondazioni, ne parlano in altri articoli del sito, ma sono ben consci che tagliare i canneti non risolve la situazione e anzi porta molti più danni che benefici): http://www.thames21.org.uk/reedbeds-in-the-lea-navigation/ (***, 26 novembre 2017 alle ore 19:59)
- "Si doveva assolutamente pulire ma qui siamo passati dalla foresta al deserto" (***, 24 novembre 2017 alle ore 10:31)
- "Eliminare la vegetazione bassa (compresi i canneti) peggiora la situazione. Sono come lo smalto del lavandino che mantiene scorrevole l'alveo del fiume. Senza lo smalto il lavandino arrugginisce e la ruggine finisce nello scarico ostruendolo, così come senza la vegetazione bassa (compresi i canneti) lo scorrere del fiume erode il terreno portando i detriti a valle. Allego fotografia della piena del 2013 in cui si può appunto vedere che la vegetazione bassa (specialmente i canneti) si è piegata formando una coperta che protegge il terreno e lascia scorrere l'acqua, mentre sulla destra si notano alcuni alberi in mezzo al fiume che sarebbero gli unici a dover essere tagliati siccome non si piegano e in caso di sradicamento, o di tronchi vaganti che si incastrano, possono ostruire il corso del fiume. Posso capire la "striscia pulita" lungo i muri d'argine per evitare che i topi si arrampichino arrivando sui marciapiedi ma dalla "striscia pulita" e alberi da tagliare si è passati a una desertificazione totale che può peggiorare la situazione e rende difficile la vita alla fauna fluviale che si voleva, a parole, proteggere" (***, 24 novembre 2017 alle ore 13:29)
- "Ho notato questo scempio infatti anche io ho guardato le norme. Uno scempio vero e proprio fiume raso al suolo" (***, 24 novembre 2017 alle ore 7:14)
- La zona vicina al centro, dove hanno forsennatamente eliminato ogni filo d'erba, è una grande vasca che defluisce nel tratto fluviale successivo. Siccome dopo il ponte degli Aneti l'alveo si restringe, e dopo la curva si iniziano a trovare tronchi sradicati e quant'altro, è proprio in quel punto che bisognava fare pulizia in modo che l'acqua defluisca velocemente, altrimenti è come avere un tappo e l'acqua si alza in tutta la zona che c'è prima rischiando di superare gli argini e di tracimare nelle vie cittadine. Invece che intervenire sul possibile tappo si è preferito spendere i soldi per una scavatrice che ha eliminato quasi tutta la vegetazione... sarebbe bastata forse qualche motosega per eliminare i pur numerosi alberi, tanto più che chi non ama i canneti avrebbe potuto aspettare la prima nevicata e tutta la vegetazione come i canneti sarebbe stata piegata dalla neve... adagiandosi però come una coperta che protegge il terreno sottostante, non come adesso che tale terreno è stato deradificato e sconquassato dai cingoli della scavatrice" (***, 25 novembre 2017 alle ore 0:43)
- Non solo opinioni generiche ma anche considerazioni ufficiali, scientifiche e autorevoli... qui il documento del Comune di Savona intitolato "La manutenzione dei rivi": http://www.livioditullio.it/wp-content/uploads/Nota-generale-sulla-pulizia-rivi.pdf
- "... considerazioni tecniche che sono alla base di una corretta manutenzione della vegetazione ripariale, oltre che utili ad inquadrare meglio le problematiche spesso sollevate dalla cittadinanza, evitando al contempo quei frequenti e spesso errati luoghi comuni che tendono ad indicare la vegetazione che cresce spontanea nell'alveo dei rivi quale principale pericolo delle piene dei nostri giorni"
- "... gli effetti benefici della presenza della vegetazione quali il consolidamento delle sponde, la trattenuta di materiale liteo, sedimenti e detriti legnosi, l’aumento del tempo di corrivazione, e in definitiva l’attenuazione dei picchi di piena, riducono, a livello di bacino, il rischio di esondazione"
- "Sulle sponde sarà necessario avere una vegetazione elastica, che quando sommersa si possa agevolmente flettere riducendo la velocità dell’acqua, ma che allo stesso tempo protegga il suolo dall’erosione"
- "... mantenere un gradiente strutturale che, partendo da piante più giovani e flessibili sulla parte delle sponde prossime al letto dell’alveo arrivi ad alberi, anche singoli, siti sulle parti più esterne"
- "... le associazioni vegetali ripariali, oltre a costituire un importante valore ecologico e fungere da agenti di una notevole attività di depurazione delle acque, possono essere considerate come la più naturale delle difese idrauliche, efficaci per la limitazione dell'erosione e per il rallentamento della corrente"
- "... mantenere la vegetazione esistente lungo l’alveo normalmente attivo, limitando gli abbattimenti ad esemplari ad alto fusto morti, pericolanti, debolmente radicati, che potrebbero costituire un potenziale pericolo in quanto facilmente scalzabili e asportabili in caso di piena"
- La frase seguente riguarda particolarmente il nostro fiume Bormida che è stato oggetto di una vera e propria "devegetazione spinta": "LE DEVEGETAZIONI SPINTE VANNO PERTANTO ACCURATAMENTE EVITATE" (***, 27 novembre 2017 alle ore 1:33)
- "Era troppo bello sperare che le proteste potessero spingere gli amministratori comunali a frenare gli eccessi della ditta che stava ripulendo il fiume... bisognava agire subito che adesso il danno ormai è fatto sulla pelle e sulle piume della fauna fluviale... anche le ultime due zone ricche di vegetazione sono state quasi completamente desertificate. Ricordiamoci che nell'ordinanza comunale si diceva testualmente - Sarà pertanto lasciata in parte intatta la vegetazione lacustre tipica (canneti per esempio) in modo da salvaguardare l'habitat per la fauna presente -" (***, 23 novembre 2017 alle ore 17:10)
- "Povero il nostro fiume sigh" (***, 20 novembre 2017 alle ore 14:30)
- "W l'idoneità tecnico-professionale delle imprese" (***, 15 novembre 2017 alle ore 23:31)
- "Oggi è venuto il mio amico Porciglione ad lamentarsi per la drastica pulizia del fiume e per il suo sfratto. Io mi sono scusata per l'ignoranza del essere umano... Dopo di che si è diretto verso il Comune a dirli la sua disapprovazione al sindaco" (***, 19 novembre 2017 alle ore 17:39)
- "Ieri mi ero veramente rallegrato vedendo i lavori di pulizia del fiume presso il cimitero perché oltre ad una pulizia necessaria, si era anche abbinata la sensibilità ambientale di lasciare poche e piccole isole di canne e topinambur, come consigliato da varie associazioni non solo ambientaliste, ma anche venatorie, nonché previsto dal disciplinare dellA. S. Ter. Ritiro tutti gli apprezzamenti: è stato spazzato via tutto!!!! La sensibilità ambientale di questa amministrazione è prossima allo zero, come sospettavo fortemente" (***, 2 novembre 2017 alle ore 17:57)
Lettera aperta di un cittadino cairese, datata 20 dicembre 2017, presente nel gruppo di Facebook "Sei di Cairo Montenotte se...:
- Per ingegnere ***, inviato per conoscenza anche all'ingegnere ***
- Egregio ingegnere *** (responsabile unico del progetto di manutenzione dell'alveo fluviale riguardante il tratto del fiume Bormida dal ponte della ferrovia al ponte degli Aneti), ho ricevuto sua risposta scritta riguardo alle mie perplessità espresse in un messaggio da me inviato a metà novembre.
- Successivamente a tale mio messaggio, i lavori sono proseguiti e abbiamo potuto constatare che tali lavori non sono assolutamente conformi a quanto contenuto nella "relazione tecnico-descrittiva" da lei stesso redatta che si trova allegata alla "DETERMINAZIONE NR 915 del 21 OTTOBRE 2017".
- La relazione da lei redatta si basa su tre punti fondamentali:
- 1) Come prima cosa si dice testualmente: "... la restante vegetazione di tipo 'basso' verrà mantenuta in 'isole' lungo l'asta fluviale...", e si sottolinea che: "Sarà pertanto lasciata IN PARTE INTATTA LA VEGETAZIONE lacustre tipica (CANNETI PER ESEMPIO) in modo da salvaguardare l'habitat per la fauna presente":
- Si può definire "parte" un centesimo e anche meno del territorio? Si possono chiamare "isole" quei rari ciuffetti di canne che sono stati lasciati integri? E' disponibile un ampio resoconto fotografico che mostra la situazione (16 novembre 2017) tra il ponte dell'ospedale e quello degli Aneti dopo il taglio quasi totale della vegetazione, oltre ad altre fotografie che mostrano identica situazione (taglio pressoché totale della vegetazione) nei due tratti dal ponte della ferrovia al ponte della chiesa e dal ponte della chiesa al ponte dell'ospedale.
- 2) Seconda cosa, nella sua relazione si dice: "E' prevista anche l'eliminazione di PARTE DELLA VEGETAZIONE, ma SOLO DEL TIPO INFESTANTE e a ridosso dei muri d'argine, creando una STRISCIA PULITA..."
- Tutti possono constatare, come testimoniato anche dalle numerose fotografie disponibili, che a ridosso dei muri d'argine non esiste un solo tratto di "striscia pulita" dato che tutta la vegetazione dai muri d'argine al corso d'acqua (sia quella infestante che quella non infestante) è stata quasi completamente eliminata... indicatemi se possibile un singolo metro di tale "striscia pulita"... non esiste neanche un centimetro di tale "striscia pulita"...
- 3) Terza cosa, minore delle altre ma altrettanto indicativa di come le parole non si traducano sempre in fatti concreti: "Le lavorazioni verranno eseguite in parte con mezzi meccanici ed in parte a mano cercando comunque di creare meno impatto possibile sulla natura circostante"...
- I segni dei cingoli del "mezzo meccanico" sono ancora presenti in tutto il tratto in cui sono stati fatti i lavori (anche per questo punto abbiamo ampia testimonianza fotografica), e anche nei bordi più stretti dove sarebbe bastato un decespugliatore il "mezzo meccanico" è riuscito a passare lasciando segni inconfondibili, e dannosi, sul terreno.
- Riassumendo... lei ha scritto una relazione, allegata a un documento ufficiale del Comune, che è stata considerata "carta straccia" da buttare nel cestino nel momento che i lavori venivano fatti... se il terzo punto può essere opinabile (magari passare ovunque con i cingoli di un mezzo meccanico non è così dannoso per l'ecosistema...) resta chiaro e preciso che le "isole" di vegetazione sono pressoché inesistenti e la "striscia pulita" è totalmente inesistente.
- E' successo qualcosa tra la stesura della relazione e l'esecuzione del lavori? Qualcuno ha avvisato l'ingegnere Scarrone che la relazione tecnico-descrittiva contenuta nella determinazione era da buttare e che i lavori sarebbero stati fatti in modo totalmente diverso?
- Se anche avesse improvvisamente scoperto l'esistenza in loco delle nutrie (mai citate nella sua relazione) non può questo portare alla quasi totale eliminazione della vegetazione fluviale in contraddizione con quanto contenuto nella sua relazione... non si può dichiarare ufficialmente che si farà una cosa e poi fare una cosa totalmente diversa... ma qui arriviamo al punto assai dolente... il "foglio di patti e condizioni".
- Il fatto molto spiacevole è che il "FOGLIO DI PATTI E CONDIZIONI" firmato dalla ditta appaltatrice non riporta le indicazioni contenute nella "relazione tecnico-descrittiva"... nell'articolo 4 viene semplicemente ordinato il "Taglio di piante di piccole e di grosse dimensioni e con scarso apparato radicale che in caso di piena possono venire sradicate"... neanche una parola su "vegetazione non infestante da mantenere", "isole di canneti", "striscia pulita" eccetera... viene dato praticamente il via libera alla ditta appaltatrice di eliminare TUTTA LA VEGETAZIONE FLUVIALE (si dice letteralmente "TAGLIO DI PIANTE DI PICCOLE E GROSSE DIMENSIONI" senza fare alcuna distinzione tanto più che la congiunzione "e" prima delle parole "con scarso apparato radicale" non limita, anzi amplia a indeterminate altre categorie vegetali, il taglio delle precedenti piante di piccole e grosse dimensioni che verranno TUTTE QUANTE tagliate, sia piccole che grandi).
- Chi ha redatto il "foglio di patti e condizioni" ha dato il via libera al taglio indiscriminato di TUTTA LA VEGETAZIONE... e la ditta appaltatrice ha eseguito quanto ordinatogli dall'amministrazione comunale, nonostante la stessa amministrazione comunale nella "relazione tecnico-descrittiva" avesse posto delle precise condizioni da seguire.... tanti buoni propositi resi vani da un simile "foglio di patti e condizioni" che contraddice completamente le indicazioni della relazione tecnico-descrittiva dell'ingegnere Lo Faso.
- Dimenticavo di segnalarvi un errore che continuate a fare, sia nei documenti ufficiali che in queste vostre comunicazioni, il fiume Bormida è un "fiume", non è un "torrente"...
Ospedale
"Cairo Montenotte, rasi al suolo gli alberi di fronte all’ospedale" (articolo apparso su Il Secolo XIX il 12 dicembre 2019):
- "È polemica per il taglio radicale degli alberi nell’area verde della Lea e davanti all’ospedale. L’intervento del Comune è motivato dalla necessità di evitare problemi, dopo che dalle piante si sono già staccati alcuni grandi rami. Il provvedimento però ha sollevato la rabbia degli abitanti, che non hanno gradito il taglio netto delle piante, che a loro avviso potevano essere semplicemente potate. *In molti hanno segnalato che questa amministrazione sta eliminando alberi con troppa leggerezza – interviene Alberto Poggio, consigliere del gruppo di opposizione Cairo Democratica -, quelli tagliati sembrano in buona salute. Trincerarsi dietro alla scusa della sola pericolosità non basta, servono operazioni di controllo e potatura. Spero che le decisioni prese siano state supportate da una relazione tecnica che giustifichi un taglio alla base*. La polemica ricorda quella che già si era accesa un anno fa, quando durante l’operazione di pulizia del fiume erano stati tagliati in modo netto anche gli alberi lungo la pista ciclabile e a Rocchetta.
C'e' da precisare che i rami caduti sulle macchine parcheggiate sono quelli dei due alberi che stavano nel parcheggio tra l'Ospedale e villa Raggio. La cosa clamorosa è il taglio dei quattro alberi all'interno del recinto dell'ospedale che *NON C'ERANO MACCHINE PARCHEGGIATE* che potevano essere danneggiate da un'eventuale caduta di rami. Due di questi quattro alberi erano inoltre una specie di monumento naturale per la loro maestosità, come ben visibile nelle fotografie seguenti in cui si può constatare, guardando i ceppi rimasti, che erano *SANISSIMI* (quello a sinistra aveva una circonferenza di 239 centimetri, quello al suo fianco una circonferenza di 352 centimetri):
Corso Italia
Nonostante fosse in perfetta forma fisica, il grosso albero vicino all'edicola di corso Italia è stato tagliato. Non ci sono mai stati problemi di "rami lunghi" che potevano cadere perché tale albero veniva regolarmente potato e in primavera la sua folta chioma era ben visibile dando lustro anche alla vicina porta Soprana:
Sono stati tagliati anche tutti gli alberi di corso Italia fino alla cappella di San Rocco. Al loro posto sono stati messi altri alberi che sono pressoché uguali a quelli che hanno tagliato, con la differenza che quelli tagliati erano già grandi e spettacolosi, mentre quelli nuovi saranno ancora piccoli e insignificanti per parecchio tempo (e chissà che non vengano tagliati anche loro appena saranno diventati adulti, come fossimo preda di un perverso masochismo ancora da capire)...
Monumento ai partigiani
E' risaputo che le conifere sono alberi che andrebbero potati con molta attenzione, senza esagerare in alcun modo perché facilmente potrebbero morire. In qualsiasi manuale è possibile constatarlo:
- "I giardinieri dovrebbero tenere a mente che la maggior parte delle specie di conifere, a eccezione del tasso, non può sopravvivere a una potatura drastica" (Wikihow, potare le conifere)
Qualcuno può spiegare con che criterio sono stati "potati" i due abeti che ornavano il monumento ai partigiani in corso Brigate Partigiane? Qualcuno credeva veramente che tagliandoli in quel modo i rami sarebbero ricresciuti? E' questa la professionalità di coloro che dovrebbero essere esperti ambientali a cui affidare la cura del verde di Cairo Montenotte?
Nella seguente fotografia, scattata parecchi mesi dopo il taglio, possiamo vedere come i due abeti siano irrimediabilmente morti dopo una potatura molto più che "drastica":
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